Concerto in Re Maggiore di A. Vivaldi - trascrizione per chitarra di Flavio Cucchi
Da qualche tempo metto in programma nei miei concerti questa mia trascrizione del Concerto in Re Maggiore di Vivaldi.
Normalmente questo brano viene eseguito nella versione per chitarra e orchestra d’archi, e sembrerebbe un’azzardo volerlo suonare per chitarra sola, ma se si guarda il manoscritto originale si scopre che è scritto per liuto, due violini e basso.
Visto che a parere degli storici Vivaldi in quel periodo preferiva affidare il basso al violoncello solo (senza clavicembalo o tiorba come di consueto), si può dedurre con una certa sicurezza che il Concerto venisse eseguito da solo 4 esecutori.
In più, nei “tutti” un violino (a volte entrambi) suonano all’unisono con il liuto e nei “solo” suona solamente il liuto e il violoncello: in pratica la maggior parte del concerto è a due o al massimo tre voci.
La trascrizione per chitarra sola, quindi, per certi aspetti si avvicina di più all’originale della versione allargata (spesso con chitarra amplificata) a cui siamo abituati oggi.
Devo dire che questa trascrizione è piaciuta molto al pubblico dovunque l’ho suonata (incluso USA e Cina) e molti colleghi o studenti mi hanno chiesto la parte, così mi sono deciso a scriverla, diteggiarla e pubblicarla sul mio sito. La potete scaricare qui: http://www.flaviocucchi.com/flaviocucchi/it/shop
Se desiderate studiarla e volete chiedermi consigli o informazioni contattatemi pure al mio indirizzo email [email protected], vi risponderò con piacere.
Flavio Cucchi
Due parole sulla trascrizione
La difficoltà nel trascrivere per chitarra un brano pensato per più strumenti sta nel riuscire a ricreare l’effetto dell’originale pur dovendo sacrificare necessariamente alcune note.
E’ come trasferire il contenuto di un baule in una valigia: non si può metterci tutto, bisogna fare delle scelte e rinunciare a qualcosa.
Se si mira ad essere aderenti al testo, cercando di cambiare il meno possibile e mantenendo tutte le note che in qualche modo si riescono a suonare, si rischia una esecuzione innaturale, pesante, senza slancio o direzione, lontana dal senso musicale dell’originale; se d’altra parte si cerca solo la facilità di esecuzione, ancora una volta si perde l’effetto dell’originale, che è la cosa che stiamo cercando.
Il criterio che ho scelto per la trascrizione di questo Concerto è stato quello di lasciare invariata la parte solistica e di intervenire sulla linea del basso e sull’armonia cercando un equilibrio tra aderenza al testo e difficoltà di esecuzione tale da creare un effetto di naturalezza e fluidità.