La notizia mi ha colto alla fine delle lezioni pomeridiane, quelle stesse lezioni nelle quali Pino, dopo avergli suonato un brano, mi diceva "bravo Giorgio, adesso tutto da capo e ci fermiamo un pò", ma prima mi lasciava libero di esprimermi, di dare la mia idea, fosse anche solo di uno studio di Sagreras; per lui era importante la persona prima della musica, diceva sempre "siate personali, parlate con la chitarra", e quegli insegnamenti così semplici ma importanti li trasmetteva con la vita e l'esempio quotidiano.
Non era un virtuoso nel senso stretto del termine, lui amava le pagine intime del nostro repertorio, e la gente che lo ascoltava, soprattutto chi magari non era avvezzo al suono dello strumento, rimaneva toccato dal suo suono e dalla sua ricerca timbrica.
A Cuneo prima di lui la chitarra classica non esisteva: col suo arrivo, parlo del 1965 iniziò a crearsi una scuola, una metodologia didattica, arrivarono anche i primi concerti di chitarra...quando lasciò Cuneo per Genova dove insegnò fino alla pensione tutti continuammo a ricordarlo come un vero Maestro di umiltà e dedizione.
Mille ricordi si affacciano alla mia mente in queste ore, sicuramente noi alunni dei tempi gli dobbiamo tanto, come chitarristi ma prima di tutto come persone, e tutti gli siamo riconoscenti della passione che ha infuso nel nostro vivere lo strumento.
Ciao Pino, alla prossima nevicata non potremo non pensare a quella di Terzi che ci suonavi sempre a fine lezione e ai bis nei concerti, continua a suonarla anche da lassù...
Giorgio Signorile
Ho saputo solo ieri della scomparsa del Maestro. Che é stato mio sensibile, attento, cortese, preparato insegnante per cinque anni in quel di Cuneo, tanto tanto (troppo) tempo fa. Abbandonai la chitarra classica l'anno in cui il M° lasciò il "Bruni". Mi mancarono insieme il tempo, il M°, le condizioni per lo studio, la fiducia in un futuro musicale. Conservo un bellissimo ricordo di quei giorni di studio, di musica, di esplorazione. Anche del grappino che mi venne offerto prima del saggio del quarto anno (ohibò, ero maggiorenne). Arrivederci, Maestro. Con affetto, riconoscenza ed immutata stima. Alberto
Scritto da: Alberto Compagnone | 16 febbraio 2014 a 16:34